Nfl, Patriots perfetti. Anche troppo
Dominio di New England nel Monday Night Football: avversari, i Texans tuttora primi nella Afc, che qualche domanda ora se la devono porre
PRIMO DOWN - Bizzarra la partita tra Steelers e Chargers, giocata in un Heinz Field con tanti posti vuoti - il dato numerico è 61.359 ma conteggia i biglietti venduti, non i presenti effettivi - ed è una sorpresa, considerando la vittoria della settimana precedente a Baltimore e il ritorno di Ben Roethlisberger, imbottito di protezioni come l'uomo Michelin. A parte la netta vittoria di San Diego (34-24), che fatta eccezione per un incerto primo quarto ha giocato con una pulizia inedita, la particolarità è che in campo, a inizio gara, c'erano ben quattro uomini di linea di attacco nuovi, tra le due squadre. Tre dei Chargers, che in questa stagione - ma su queste pagine l'avete già letto - in quel reparto hanno avuto un'infinità di problemi, derivati anche dal ritiro di due degli uomini migliori, e uno degli Steelers, Kelvin Beachum, che per la seconda settimana di fila ha sostituto nel ruolo di tackle destro l'infortunato Marcus Gilbert. San Diego proponeva, come novità, Rex Hadnot come guardia sinistra a sostituire Tyronn Greene, Kevin Haslam come tackle sinistro a rimpiazzare Mike Harris e Reggie Wells per Jeromey Clary come tackle destro. In più, per qualche azione del secondo quarto il centro Nick Hardwick è uscito, sostituito da Colin Baxter, il che ha voluto dire QUATTRO uomini nuovi su cinque per una linea che già prima della partita rappresentava un problema. Chiuso il primo down della partita, il qb Philip Rivers nelle tre azioni successive ha dovuto gettare via la palla per non essere atterrato, anche se nel resto della gara il reparto è stato più che sufficiente, tanto che alla fine il coach Norv Turner ha consegnato la "palla", gesto materiale e simbolico assieme, a Wells e Kevin Haslam, tackle di sinistra. Dall'altra parte, a metà del secondo quarto Willie Colon, l'ex tackle spostato a guardia sinistra, è uscito per infortunio: al suo posto Doug Legursky, versatile al punto che è andato lui a fare il centro con Maurkice Pouncey spostato a guardia. La linea ha però fatto tanta fatica a proteggere Ben Roethlisberger, anche se il qb ha più volte dovuto spostarsi non tanto per la pressione dei difensori a lui più vicini quanto per la buona marcatura sui ricevitori, che gli ha impedito di lanciare nei tempi desiderati. Pare che Wells al momento della telefonata dei Chargers stesse facendo il bucato a casa dei genitori vicino all'aeroporto di Pittsburgh, città di origine, ed è un aneddoto divertente riportato dai quotidiani locali, ma una considerazione va fatta: privo di un contratto dopo otto anni (e sei squadre) nella Nfl, Wells qualcosa doveva pur fare nella vita, e non è che fare la lavatrice sia tra le peggiori o più controverse. Una volta si diceva che un giocatore restasse seduto accanto al telefono ad attendere la chiamata: ora non ce n'è bisogno, e uno nel frattempo può fare altre cose senza che questo diventi necessariamente una curiosità. QUESTA, può esserla: a fine partita, negli spogliatoi, Hadnot citava Ferragamo come suo stilista preferito per scarpe e articoli di pelletteria, ripetendo ad alta voce "Salvatore, Salvatore". Quel che non si sa è perché abbia fatto tutto ciò.
SECONDO DOWN - In Inghilterra vanno in onda in diretta solo anticipi e posticipi di Premier League, nella Nfl esiste la regola del blackout. Due modi, molto diversi, di "proteggere" lo sport che si segue, senza fare terra bruciata. Nel Regno Unito l'assenza di dirette all'ora in cui si gioca la maggioranza delle partite "costringe" la gente ad andare allo stadio (o a vederle illegalmente in pub dotati di decoder stranieri, ma è un altro discorso), e dà comunque garanzie alle squadre minori, che già per conto loro hanno comunque un seguito generalmente cospicuo. Negli Stati Uniti in diretta vanno tutte le partite Nfl, frazionate negli ormai cinque scaglioni di orario (una sola il giovedì sera, la domenica sera e il lunedì sera), ma suddivise per aree geografiche, e con una importante condizione, che si sviluppa in maniera complessa ma che qui cerchiamo di semplificare: nel raggio di 120 chilometri dallo stadio in cui si gioca, la partita non viene vista in diretta se a 72 ore dal calcio d'inizio non sono stati venduti tutti i biglietti; a volte vengono concesse deroghe per 48 o anche 24 ore, ma la norma dice 72. Il motivo è palese: fare sì che il tifoso vada allo stadio e non si accontenti di vedere da casa. Addirittura, fino al 1972 nel "mercato televisivo" locale non veniva trasmessa alcuna partita, anche con il tutto esaurito, e persino i Super Bowl subirono questa sorte nelle prime cinque edizioni. E allora succede che alcune squadre si facciano aiutare da sponsor e stazioni televisive (le prime a rimetterci se la gara non va in onda e viene sostituita da programmi meno seguiti), che acquistano i biglietti rimanenti e li distribuiscono ai loro clienti. In alcuni casi i club stessi possono... comprarsi i propri biglietti, ma a condizioni particolari, e in altri casi si può decidere di chiudere dei settori di stadio, riducendo così il numero di biglietti da vendere. Ma occhio: se lo si fa una volta, lo si deve fare per il resto della stagione, e questo perché la Nfl vuole evitare che i club lavorino a elastico sulla capienza a seconda dell'importanza della partita. Ci sarebbe altro da dire, eccezioni e specifiche riguardanti la tipologia di biglietti, gli sconti-quantità e gli stratagemmi per impedire la visione online, ma non c'è spazio. Si arriva però ad un esempio pratico: domenica, Buffalo Bills-St.Louis Rams (12-15) è stata trasmessa a Buffalo e dintorni perché quando mancavano ancora poco meno di 10.000 biglietti al traguardo, e si avvicinava il termine delle 72 ore, un ristoratore locale, Russell Salvatore, proprietario del Russell’s Steaks, Chops&More, li ha acquistati tutti. Tutti! Niente di nuovo, sottolinea il quotidiano Rochester Democrat&Chronicle: Salvatore (è di moda quel nome/cognome, nella rubrica di oggi) aveva già fatto la stessa cosa nel 2010, con circa 7000 biglietti in ballo. Contento lui...
TERZO DOWN - Andre Johnson, ottimo ricevitore degli Houston Texans, l'aveva incautamente, e assurdamente, definita "la partita più importante nelle storia della squadra", nata peraltro solo 10 anni fa. Monday Night Football in casa dei New England Patriots, ovvero la partita generalmente più importante della settimana, che chiude il calendario, va in diretta nazionale e - banale ma corretto dirlo - viene vista dai giocatori di tutte le altre squadre, al contrario di quelle della domenica. Johnson voleva caricare i suoi, che si sono tra l'altro presentati alla trasferta con gustosissime giacche stile liceo, ma se i Texans si dovessero giudicare dalla gara di ieri sera staremmo freschi: hanno perso 42-14, e sono rimasti in partita, come diremmo noi, per i primi 4-5', fino a che i Pats non hanno segnato il primo touchdown, se vogliamo fortunoso perché nell'azione precedente avevano perso il pallone che non è stato recuperato da un difensore ospite e tenuto invece per New England dal tight end Aaron Hernandez, autore poi pochi secondi dopo del td del 7-0. 14-0 con una bellissima finta di corsa che ha ingannato tutta la difesa e lancio di Tom Brady per Brandon Lloyd, e in quel momento si è capito che il divario tattico, almeno per la serata, era troppo grande. New England è andata avanti anche 28-0 su lancio perfetto di Brady - curiosamente, migliore ieri sui lanci medio-lunghi che su quelli corti - per Donte Stallworth, 63 yard e sforzo per varcare la linea da parte di Stallworth, che era stato rimesso sotto contratto alcuni giorni fa, e l'ultima partita l'aveva seguita da tifoso, allo stadio. New England ha fatto bene praticamente tutto, in attacco e in difesa, anche con i defensive back ritenuti uno dei punti deboli, mentre Houston è parsa quasi soffocata in entrambe le fasi. Per paradosso, una sconfitta troppo pesante per essere vera e fare testo, per i Texans, che mantengono una partita di vantaggio nella classifica della American Football Conference e ancora più, dopo ieri, avranno bisogno di non perderla per potersi giocare eventualmente una rivincita in casa, anche se il fattore campo è elemento abbastanza relativo, se i Patriots giocano come ieri.
QUARTO DOWN - Veloce, per tornare su Adrian Peterson, ancora protagonista domenica con 154 yard contro i Chicago Bears, di cui 51 alla prima azione (!). La scorsa settimana avevamo sottolineato come Peterson non si fosse lasciato andare, prima dell'operazione al ginocchio cui si sottopose 11 mesi fa, al solito cliché del "tornerò più forte di prima", e confermiamo. Lo ha però detto adesso, pochi giorni fa, casualmente poche ore dopo l'uscita dell'articolo su questo sito: per la precisione, ha detto «sapevo che sarei tornato più forte che mai». Benvenuto.
Roberto Gotta
lunedì, 10 dicembre 2012, ore 10.42